La Resistenza a Roma è stata organizzata fondamentalmente dai cittadini romani che hanno costruito una gigantesca rete di solidarietà verso tutti quelli che erano nascosti. Poi c’era il centro militare clandestino, il CLN dove c’erano le Brigate Garibaldine che erano quelle del Partito Comunista, le brigate Matteotti che erano del Partito Socialista, le brigate di Giustizia e Libertà che erano del Partito d’Azione, , le formazioni che non si riconoscevano come i Repubblicani e Bandiera Rossa le Brigate Bianche della Democrazia Cristiana, le Brigate Autonome del Partito Liberale. Accanto a tutto questo, all’interno di ogni formazione, c’erano i GAP, Gruppi di Azione Patriottica che erano tutti giovani a cui si davano gli incarichi militari più difficili e importanti. I GAP sono quelli che hanno organizzato l’evasione di Pertini e Saragat da Centocelle, la bomba (che non esplose) al Teatro Adriano a piazza Cavour, solo per dirne due. A Roma c’era una giunta militare i cui comandanti erano Riccardo Bauer, Giorgio Amendola e Sandro Pertini. Comandanti dei GAP erano Antonello Trombadori, Alfio Marchini, Carlo Salinari e Franco Calamandrei. E ognuno dei combattenti di punta comandava a sua volta un GAP: Sasà comandava il GAP Pisacane, Mario Fiorentini comandava il GAP Gramsci… L’organizzazione era fortemente piramidale: Sasà, ad esempio, non ha mai incontrato Giorgio Amendola ma ha sempre e solo incontrato il proprio comandante che era Carlo Salinari. I nomi erano tutti falsi: Sasà era conosciuto come Paolo. Tutto al fine di evitare che insieme ad una persona potesse cadere tutta l’organizzazione.
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