Le cupete
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- raccontato da Domenico Sciolla | 1933
- caricato da Redazione | 29/07/2008
COMMENTO
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Redazione
10/08/2009 - alle ore18:51
10/08/2009 - alle ore18:51
La “copetta” è una antica specialità contadina a base di nocciole, noci, miele e zucchero delle basse Langhe, come il torrone per la zona langarola dell’albese, famoso e pregiato quello di Gallo d’Alba.
Il torrone è più complesso nella sua preparazione, mentre la coppetta è assolutamente più semplice e si produce facilmente in casa ed è l’antesignana del torrone.
Mio padre che non era affatto goloso era un grande estimatore di questo dolce, che veniva prodotto e regalato da mia nonna per le festività natalizie.
A Niella Tanaro, come penso negli altri paesi limitrofi, in ogni famiglia, la coppetta era sempre in bella mostra in un piatto grande a centro tavola per essere offerta e gustata da tutti coloro che visitavano quella famiglia nelle festività del Natale; era un’usanza benaugurale.
Le Langhe sono produttrici tra le migliori nocciole italiane (tonda gentile delle Langhe) che si trovano in commercio e anche di noci non molto grandi, ma molto gustose, queste mescolate a miele prodotto in proprio e zucchero non possono che produrre una delizia del palato.
I contadini del luogo molto orgogliosi delle loro cose, ma non certo con molte disponibilità economiche per poter festeggiare degnamente le feste con un dolce goloso si sono inventati questa bontà.
Nella verità questa specialità deriva dalla “qubaita” di origine siciliana a sua volta dalla “qubbayta” araba (1), ma presente con vari nomi in tutta l’Italia (2), preparata con le mandorle. In seguito dette origine al torrone più conosciuto, anch’esso molto diffuso dal sud al nord, in Campania a Benevento, nel Sannio a San Marco dei Cavoti, in Lombardia a Cremona, preparato sia con mandorle che con nocciole e consumato specialmente nelle feste natalizie. Cito per cronaca i “nougat” francesi, anch’essi simili ai nostri torroni alle mandorle.
Ma cos’è questa “copetta”?
E’ una specie di croccante di nocciole tostate, noci, miele e zucchero caramellato chiuso tra due ostie grandi, come quella dell’eucarestia del sacerdote.
La preparazione è semplicissima, si versa dello zucchero in un pentolino, meglio se di rame non stagnato, e sul fuoco si fa sciogliere fino a renderlo biondo, si toglie dal fuoco si aggiunge il miele e le nocciole tostate e i gherigli delle noci. Si amalgama tutto molto bene e poi si versa un cucchiaio di composto in mezzo ad un’ostia e si copre con un’altra ostia.
Per finire si mettono le copette su di un tavolo con un peso sopra per schiacciarle e si ripongono in un posto fresco della casa.
Lo zucchero si indurirà non proprio come il vero croccante, perché il miele oltre a dare un ottimo sapore, mantiene morbida la coppetta. Il connubio della noce aggiunge morbidezza e un sapore più forte, le noci sono crude, mentre le nocciole sono tostate.
E’ una specialità assolutamente da provare.
La ricetta:
gr. 200 di zucchero
gr. 50 di miele
gr. 100 di nocciole tostate
gr. 100 di gherigli di noce
ostie grandi
Si fa caramellare lo zucchero in una pentola, se possibile di rame non stagnato, quando lo zucchero è biondo si aggiungono gli altri ingredienti e si amalgama molto bene.
Si prende un’ostia e si mette in centro un cucchiaio di preparato e poi si copre con un’altra ostia e così via sino alla fine.
Poi si mettono “le copette” su di un tavolo possibilmente di marmo con un peso che le schiacci un po’ e si lasciano raffreddare ed indurire.
Per conservarle è meglio riporle in un contenitore con coperchio tipo le scatole di metallo da biscotti in un luogo fresco ed asciutto.
Contributo inviato da Gian Mario Delucis
Il torrone è più complesso nella sua preparazione, mentre la coppetta è assolutamente più semplice e si produce facilmente in casa ed è l’antesignana del torrone.
Mio padre che non era affatto goloso era un grande estimatore di questo dolce, che veniva prodotto e regalato da mia nonna per le festività natalizie.
A Niella Tanaro, come penso negli altri paesi limitrofi, in ogni famiglia, la coppetta era sempre in bella mostra in un piatto grande a centro tavola per essere offerta e gustata da tutti coloro che visitavano quella famiglia nelle festività del Natale; era un’usanza benaugurale.
Le Langhe sono produttrici tra le migliori nocciole italiane (tonda gentile delle Langhe) che si trovano in commercio e anche di noci non molto grandi, ma molto gustose, queste mescolate a miele prodotto in proprio e zucchero non possono che produrre una delizia del palato.
I contadini del luogo molto orgogliosi delle loro cose, ma non certo con molte disponibilità economiche per poter festeggiare degnamente le feste con un dolce goloso si sono inventati questa bontà.
Nella verità questa specialità deriva dalla “qubaita” di origine siciliana a sua volta dalla “qubbayta” araba (1), ma presente con vari nomi in tutta l’Italia (2), preparata con le mandorle. In seguito dette origine al torrone più conosciuto, anch’esso molto diffuso dal sud al nord, in Campania a Benevento, nel Sannio a San Marco dei Cavoti, in Lombardia a Cremona, preparato sia con mandorle che con nocciole e consumato specialmente nelle feste natalizie. Cito per cronaca i “nougat” francesi, anch’essi simili ai nostri torroni alle mandorle.
Ma cos’è questa “copetta”?
E’ una specie di croccante di nocciole tostate, noci, miele e zucchero caramellato chiuso tra due ostie grandi, come quella dell’eucarestia del sacerdote.
La preparazione è semplicissima, si versa dello zucchero in un pentolino, meglio se di rame non stagnato, e sul fuoco si fa sciogliere fino a renderlo biondo, si toglie dal fuoco si aggiunge il miele e le nocciole tostate e i gherigli delle noci. Si amalgama tutto molto bene e poi si versa un cucchiaio di composto in mezzo ad un’ostia e si copre con un’altra ostia.
Per finire si mettono le copette su di un tavolo con un peso sopra per schiacciarle e si ripongono in un posto fresco della casa.
Lo zucchero si indurirà non proprio come il vero croccante, perché il miele oltre a dare un ottimo sapore, mantiene morbida la coppetta. Il connubio della noce aggiunge morbidezza e un sapore più forte, le noci sono crude, mentre le nocciole sono tostate.
E’ una specialità assolutamente da provare.
La ricetta:
gr. 200 di zucchero
gr. 50 di miele
gr. 100 di nocciole tostate
gr. 100 di gherigli di noce
ostie grandi
Si fa caramellare lo zucchero in una pentola, se possibile di rame non stagnato, quando lo zucchero è biondo si aggiungono gli altri ingredienti e si amalgama molto bene.
Si prende un’ostia e si mette in centro un cucchiaio di preparato e poi si copre con un’altra ostia e così via sino alla fine.
Poi si mettono “le copette” su di un tavolo possibilmente di marmo con un peso che le schiacci un po’ e si lasciano raffreddare ed indurire.
Per conservarle è meglio riporle in un contenitore con coperchio tipo le scatole di metallo da biscotti in un luogo fresco ed asciutto.
Contributo inviato da Gian Mario Delucis