Il 5 giugno Alfredo con gli americani è entrato a Roma e anche lui ha distribuito sigarette e generi alimentari. Poi, anziché tornare in famiglia, ha deciso di restare con gli americani perché nonostante la guerra, era davvero una bella avventura. Prima a Civitavecchia, poi a Grosseto, poi a Piombino, poi a Livorno: seguivano il fronte che avanzava e Alfredo dava una mano a riparare i camion militari e poiché aveva già sedici anni, a Livorno ebbe la patente militare di guida e un piccolo stipendio. Era americano a tutti gli effetti. L’esercito americano era rifornito di tutto, anche dei generi superflui, pietrine per gli accendini, croccantini con lo zucchero e le mandorle…
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