Tito Marazzi

 
Tito Marazzi

nato nel 1949
Tolfa

6 Racconti

12.6 min
Tito ha frequentato il liceo, gli ultimi due anni in collegio a Roma. La madre che aveva puntato tutto sudi lui, si era accorta che Tito cominciava a trascurare gli studi per fare politica. E allora decise, dopo la pagella del primo trimestre del terzo anno, che Civitavecchia non era il posto giusto e dopo le vacanze di Natale per Tito era arrivato il collegio. Nel 68 si è diplomato e l’anno dopo si è iscritto all’università alla Sapienza alla facoltà di lettere. Non ha vissuto molto la vita universitaria, era tornato a vivere a Tolfa e utilizzava Roma per andare in giro per Musei; ha partecipato a qualche manifestazione ma in genere cercava di tenersi lontano. Frequentava gruppi archeologici. Tito è diventato insegnante appena laureato. Il primo giorno da insegnante è stato come supplente proprio a Tolfa, in una terza media: non era facile fare l’insegnante perchè conosceva tutti. E ha deciso che mai più avrebbe insegnato a Tolfa: fece il concorso per le scuole superiori proprio per non avere nessuna possibilità. E’ contento di avere fatto l’insegnante perché non ha alcuna attitudine per i lavori manuali, tanto fa tutto la moglie, come tutte le donne di Tolfa.
visualizzato 10667 volte
6.6 min
Col boom economico sono cambiate le cose. Intanto hanno comprato la casa; dopo la riforma agrafia il padre aveva avuto in concessione delle terre dall’Ente Maremma e questo ha generato un certo benessere: il primo hanno la terra che era rimasta incolta per moltissimo tempo, produsse 30 quintali di grano e questo permise in due tre anni di accumulare i soldi per comprare la casa. Da tenere presente che la terra della riforma agraria era in proprietà mentre quelle del Comune, essendo in concessione solo per tre anni, non rendeva possibile nessun investimento. Nonostante il boom economico, Tito non è mai andato in vacanza lontano da casa. La prima vacanza fu a sedici anni con amici, con una tenda prestata dal parroco, montata a Santa Severa per andare al mare. La TV è arrivata prima a casa delle vecchie signore nobili al piano superiore del palazzetto dove i genitori di Tito avevano comprato la casa: andavano a vederla dalle signore e Tito si addormentava puntualmente sulla poltrona. La madre non ha mai voluto la lavatrice, ha continuato a lavare i panni a mano. La prima lavatrice gliela ha regalata Tito negli anni novanta ma l’ha utilizzata solo un paio di anni fa.
visualizzato 11314 volte
8.6 min
I genitori di Tito non avevano avuto opportunità di frequentare la scuola, la madre perché di famiglia numerosa (nove figli), il padre perchè rimasto orfano molto presto. La mare quindi ha voluto avere solo un figlio e per lui entrambi i genitori hanno voluto per lui le opportunità che loro non avevano avuto. Il padre da generazioni produceva ceramiche: tegole, piatti, pentole, oggetti di uso quotidiano, mattoni, pavimenti, giocattoli. Il nome d’altra parte è quello di una famiglia che in Europa sono industriali della ceramica esportate in tutto il mondo. L’attività del padre ha retto fino al 1962 quando l’industria ha messo sul mercato prodotti a costi più bassi. I genitori per Tito hanno voluto una vita diversa, non gli hanno mai permesso di continuare il lavoro delle ceramiche che peraltro era piuttosto duro e pieno di incertezze. Il padre non gli ha mai insegnato nulla del suo lavoro. Tito ha cercato di rimettere in piedi l’attività ma riesce a fare solo pipe di coccio che cuoce nel forno di una signora straniera con la passione della ceramica. L’attività si è persa.
visualizzato 12069 volte
7.6 min
I giochi che Tito ha fatto erano molto semplici; giocava a campana, giocava con le figurine, col cerchio, giocava con le biglie di coccio che rispetto a quelle di vetro si rompevano ma la famiglia produceva ceramiche e per Tito non era un problema. Il pallone era di carta: Tito con le donne che c’erano in casa non poteva azzardarsi a rubare una calza. Si giocava per bande a spadate e sassate: molti tornavano con la testa rotta. D’estate si stava molto in campagna a caccia di nidi: si controllavano le uova e poi a uova schiuse si catturavano gli uccellini per metterli in gabbia: i più ricercati erano i merli perché cantavano. Diventato adolescente Tito con gli amici girava per locali e cantine dove si ascoltava musica. Avevano inventato un locale da ballo che era diventato anche famoso, dove sono passati cantanti importanti, dai Ricchi e Poveri a Claudio Baglioni.
visualizzato 12039 volte
10.9 min
La tradizione del cuoio per cui Tolfa è famosa in realtà viene dal viterbese. Tolfa è sempre stata una cittadina agricola e di allevatori contrapposta ad Allumiere che è sempre stata una città mineraria e industriale. A Tolfa, fra l’altro i terreni sono di proprietà pubblica; la cosa è dovuta al fatto che nel 1463 viene scoperto l’allume, sostanza importante per il fissaggio del colore sulle stoffe. Da quel momento il papa acquisisce tutti i territori e da in gestione gli appalti per l’estrazione con periodi di dodici anni. Arrivano nella zona persone che sanno fare i minatori ma che non hanno interesse a integrarsi nel sistema agricolo mentre i tolfetani non vogliono avere nulla a che fare con l’estrazione dell’allume. E così il papa mantiene le miniere e regala a Tolfa tutti i terreni fino al mare. Le terre sono di proprietà in parte di un Ente agrario, in parte del Comune. L’ente agrario le da in concessione per tre anni a chi le vuole coltivare. Questo ha permesso al territorio di restare incontaminato perché nessuno può insediarsi come proprietario e costruire. Fra tolfetani e allumieraschi c’è un tipo di vita totalmente diversi. I tolfetani che percepiscono de...
visualizzato 12260 volte
9.3 min
La proprietà dei nonni era rimasta indivisa fra il padre e il fratello. Tito da ragazzo ha abitato nella cosa con i genitori e i nonni e la famiglia degli zii e i cugini. In estate poi arrivavano altri parenti per cui Tito, figlio unico, non si è mai sentito solo. Le donne di famiglia hanno sempre comandato su tutto. Ancora oggi va dalla madre novantenne a “prendere ordini”, così come gli dicono i figli. Anche la suocera non è mai stata da meno. Nel caso della nonna, non si è mai potuto parlare di liberazione perché è sempre stata libera di gestire la famiglia e tutto il resto della vita. Il padre, tornato dalla guerra, ha sposato la ragazza che prestava servizio dal fratello del nonno. Negli anni 50 erano arrivate a Tolfa molte donne marchigiane che hanno portato molti cambiamenti: lavoravano nell’agricoltura, cosa che le ragazze di Tolfa non facevano. Il padre amava suonare e suonava anche da militare nella banda; tanto importante la sua tromba che se l’è portata dalla campagna di Russia tornando a piedi e dopo l’8 settembre se l’è portata a casa. Nella banda comunale lui era l’unico ad essere proprietario del suo strumento musicale mentre gli altri strumenti erano d...
visualizzato 12942 volte