Giuseppe Di Porto 4/8 – Il campo

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  • raccontato da Di Porto Giuseppe | 1923
  • caricato da Provincia di Roma - Per la memoria | 26/08/2011
Alla sveglia bisognava rifare il letto, andare alle latrine anche perché durante il giorno non si andava al bagno, lavarsi facendo attenzione che qualcuno non rubasse le cose, poi si mangiava una fetta di pane nero che saranno stati 200 gr con 40 gr di margarina e mezzo litro di acqua scura con l’orzo. Tutto durava circa un’ora e mezzo, poi si andava al lavoro. I kapò erano terribili: quelli che ha visto Giuseppe erano tutti triangoli verdi, delinquenti comuni che scontavano la loro pena. Fino al 1944 qualunque SS poteva uccidere un deportato senza dover riferire nessun motivo. A Monowitz non si sapeva nulla di quanto succedeva a Birkenau. E poi c’erano gli ordini in tedesco: se non si capiva come minimo erano calci. La gente sapeva: quelle volte che passavano per andare a scaricare convogli, erano sputi.
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